Inutile negarlo, viviamo in un mondo iperconnesso. Smartphone e social media sono solo alcuni degli strumenti che influenzano le nostre relazioni sociali e verso i quali abbiamo sviluppato un forte senso di attaccamento. È così che sarebbe nato quello che può essere definito una sorta di disturbo 2.0, la cosiddetta “ringxiety” o “ansia da squillo”. La conseguenza del legame a tratti simbiotico con le nuove tecnologie porterebbe infatti alcune persone a percepire suonerie e vibrazioni inesistenti.
Un problema di udito? Secondo i dati raccolti da Daniel Kruger, ricercatore della University of Michigan, non si tratta di questo ma di una forma di ansia che si manifesta nei soggetti particolarmente insicuri nelle relazioni interpersonali.
«Il cellulare spesso è la nostra connessione con l’esterno, con la nostra rete sociale», spiega infatti Kruger, «e chi ha continuo bisogno di conferme nelle proprie relazioni porterà inevitabilmente questa caratteristica anche in questo nuovo spazio social».
Che sia infine arrivato momento di modificare il nostro rapporto di dipendenza con gli smartphone e il mondo dei social media?
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