È successo a tutti: siamo in un ambiente rumoroso, magari una festa, la musica a tutto volume sovrasta le voci. Le persone parlano tra loro mentre suoni di ogni tipo ci bombardano da ogni direzione; eppure, quando qualcuno si avvicina a noi e ci rivolge la parola, all’improvviso riusciamo a concentrarci su quello che dice: la sua voce non è più un rumore indistinto tra tanti, ma un suono riconoscibile e perfettamente filtrato.
Si chiama effetto “cocktail party” e il nome lo descrive bene perché la festa è il luogo tipico dove si verifica.
Ascolto selettivo: cosa accade nel nostro cervello
Ma come riesce il nostro orecchio a isolare un suono specifico quando ci troviamo in un ambiente particolarmente rumoroso?
Il merito è del nostro cervello e della sua capacità selettiva di concentrarsi su un’informazione che riteniamo rilevante. Esso infatti filtra i suoni e con essi le informazioni: la corteccia uditiva secondaria del lobo temporale rileva le parole del discorso che ci interessa sentire.
Spiega il neurochirurgo Edward Chang.
La rappresentazione di quello che ci viene detto nella nostra corteccia cerebrale non corrisponde a quello che viene effettivamente udito, ma corrisponde invece solo a quello che vogliamo sentire. Il resto viene ignorato come rumore di fondo.