Oltre 1 miliardo di giovani di età compresa tra i 12 e 35 anni rischia danni irreversibili all’udito: a dirlo è l’Organizzazione Mondiale della Sanità e la responsabile sarebbe l’esposizione prolungata ai suoni forti, musica compresa.
È per questo che l’OMS e l’International Telecommunication Union da alcuni mesi hanno introdotto nuovi standard internazionali per dotare tutti i dispositivi audio, smartphone inclusi, di caratteristiche che rendano l’ascolto più sicuro.
Questi standard includerebbero:
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La funzione Sound Allowance, ovvero un software che misura il livello e la durata dell’esposizione ai suoni.
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Un profilo di ascolto individuale che informi l’utente sulle sue abitudini di ascolto.
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Opzioni di limitazione del volume che dovrebbero comprendere la riduzione automatica del volume e un parental control.
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Informazioni generali su pratiche di ascolto sicure per tutti gli utenti.
L’Unione Europea nel frattempo si era già esposta sul problema, tanto da essere l’unica ad aver previsto un limite di decibel per i riproduttori audio fissato a uno standard di 85 decibel, con la possibilità di arrivare a un massimo di 100.
Una cosa è certa: è importante intervenire subito perché i casi di problemi all’udito, stando ai dati, sono destinati ad aumentare in modo preoccupante: già 466 milioni di persone in tutto il mondo hanno una perdita dell’udito debilitante, rispetto ai 360 milioni del 2010, e si prevede che il loro numero arriverà quasi a raddoppiare a 900 milioni (1 persona su 10) entro il 2050.
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